il regista

Stefano Tummolini

Stefano Tummolini

Quando ho iniziato a girare questo film avevo circa 1000 euro di budget e una settimana di tempo per le riprese. Mi è toccato fare molte rinunce, alcune molto dolorose. La scena a cui forse tenevo di più – quella del primo dialogo tra Salvatore e Daniela – l’ho dovuta girare senza il fonico, sostenendo io il microfono per gli attori. Credo però di aver mantenuto il senso del progetto, che era legato anche a una frase di Zavattini:

“Il nostro cinema vorrebbe far irrompere nello spettacolo, come supremo atto di fiducia, novanta minuti consecutivi della vita di un uomo. Ciascuno di questi fotogrammi sarà ugualmente intenso e rivelatore, non sarà più soltanto il ponte per il fotogramma seguente, ma vibrerà in sé come un microcosmo. Allora la nostra attenzione diventerà continua, e direi perpetua, come dev’essere di un uomo per un altro uomo. Riusciremo a far questo?”

Mai come oggi l’attenzione di un uomo per un altro uomo ci appare come un’utopia. Credo che la tragedia della società contemporanea stia proprio nell’incapacità di attenzione reciproca. Il cinema, specie quello americano, ha creato nello spettatore l’esigenza di una continua spettacolarizzazione del reale, togliendo interesse a tutto ciò che è muto e discreto: ma l’uomo e la vita hanno altri tempi, che non sono quelli del grande schermo. Questo film, invece, vorrebbe innalzare un “monumento” al quotidiano – perché spesso è nelle cose piccole che si manifestano le grandi verità. Ci sono molti dialoghi, anche lunghi, perché è parlando che le persone si conoscono. Molti silenzi, anche lunghissimi, e tanti piccoli suoni e rumori. I volti e i corpi degli attori sono sempre il centro della messa in scena. La storia si svolge in un unico giorno, dalla mattina al tramonto, su una spiaggia libera frequentata da naturisti e persone in cerca di sesso. Una staccionata di legno separa il bagnasciuga dalle dune, dove regna un silenzio quasi irreale. È lì che avvengono gli incontri, come quello tra Salvatore e Daniela. Attraverso i loro sguardi, ho cercato di fotografare la bellezza di un giorno d’estate, e della scoperta di un altro essere umano.

Stefano Tummolini

 

Biografia di Stefano Tummolini

Laureato in storia e critica del cinema presso l’Università “La Sapienza” di Roma, lavora come scrittore, traduttore e film-maker indipendente. Ha collaborato alla sceneggiatura di alcune serie tv (Distretto di polizia, Il bello delle donne, Questo è amore) e film per il grande schermo, tra cui Il bagno turco (1997) di Ferzan Ozpetek, Besame mucho (1999) e A luci spente (2004) di Maurizio Ponzi. Ha realizzato vari cortometraggi ed è autore di una monografia su Neil Jordan (Dino Audino Editore, 1996) e di un saggio sul melodramma cinematografico Lo specchio della vita (Lindau 1999). Ha tradotto testi di autori classici e contemporanei dall’inglese e dallo spagnolo (tra cui Thomas Hardy, Miguel de Unamuno, Gore Vidal, Guillermo Arriaga) per la casa editrice Fazi di Roma e collabora come critico e saggista per alcune riviste di cinema on-line (Close-up, Lo sciacallo, Il maleppeggio). Dal 2004 lavora come docente di scrittura cinematografica per la Scuola Holden di Torino. Nel 2005, due suoi racconti sono stati pubblicati nella raccolta Men on Men 4 (Oscar Mondadori) e nel 2008 è uscito il suo primo romanzo, La guerra dei sessi (Liberamente Editore). Un altro pianeta è il suo primo lungometraggio.

Cortometraggi

L’orizzonte (2001) 10’
Presentato al Torino Film Festival 2001, sezione Spazio Italia, e alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro (2001).
Testing the actress (1999) 7’
Presentato al Roma Film Festival (1999) e alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro (2000).
Il Tuffatore (1997) 6’
Presentato in concorso al XV Festival Cinema Giovani di Torino (1997) e al Festival del Cinema Italiano di Annecy (1998). Menzione per la miglior sceneggiatura al Festival Cortocinema di Roma (1998).
Mammine Care (1994) 20’
Presentato al Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della rassegna omonima (1994) e al Festival Anteprima di Bellaria (1995).
Everest (1993) 10’
Presentato al Festival Anteprima di Bellaria (1993).

 

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